VITAMINA D: BEN PIU’ DI UNA VITAMINA

Ancora non per molto potremo chiamare vitamina D il calciferolo. Questa sostanza, infatti, non è una vitamina nel vero senso della parola, anzi, per molti mammiferi non può neanche essere considerata una sostanza nutrizionale: essa è un precursore degli ormoni steroidei NON presente naturalmente negli alimenti. Il calciferolo è liposolubile e viene prodotto dal nostro corpo durante l’esposizione ai raggi ultravioletti solari. La vitamina D esiste in diverse forme ognuna con differenti attività anche se alcune forme sono relativamente inattive nell’organismo con una funzionalità limitata in qualità di vitamina. Fegato e reni convertono la vitamina D nella sua forma ormonale attiva.

Come risaputo, la funzione biologica principale della vitamina D è quella di mantenere normali i livelli ematici di calcio e fosforo. Essa aiuta l’assorbimento del calcio promovendone le varie funzioni specialmente a livello osseo.

L’esposizione ai raggi ultravioletti è la fonte più importante per attivare la sintesi cutanea di vitamina D. La stagione, la latitudine, l’ora del giorno, la nuvolosità, lo smog e le creme protettive con protezione superiore a 8, limitano grandemente l’esposizione ai raggi UV e, ci crediate o no, le persone con un livello scarso di questa vitamina sono molto più di quello che si possa immaginare anche perché la sua supplementazione è consigliata solo per i neonati allattati al seno in quanto il latte materno non contiene tale vitamina. Prima di considerare un eventuale supplementazione a base di vitamina D, è consigliabile conoscere il suo livello ematico. Sono disponibili due test differenti nei laboratori: il dosaggio dell’1-25(OH)D e del 25(OH)D. L’analisi corretta è quella del 25(OH)D chiamata anche 25-idrossivitamina D e i valori normali differiscono da quelli ottimali. Il dottor Michel Hllick, una della principali autorità mondiali sulla vitamina D, ha studiato i livelli ottimali necessari per la salute (Clin Lab Med 2000, sept.; 20(3): 569-590) definendone l’intervallo. I livelli di vitamina D NON devono mai scendere sotto i 32ng/ml; valori inferiori a 20ng/ml sono considerati gravi carenze che incrementano il rischio di sviluppare patologie come tumori mammari e prostatici e malattie autoimmuni come MS e artrite reumatoide.

Livelli ottimali di 25(OH)D

45-50 ng/ml oppure 115-128 nmol/l

Intervallo di normalità
20-56 ng/ml oppure 50-140 nmol/l

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VITAMINA D: BEN PIU’ DI UNA VITAMINAultima modifica: 2009-06-26T08:00:00+02:00da admin
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2 pensieri su “VITAMINA D: BEN PIU’ DI UNA VITAMINA

  1. ma a proposito della vitamina d…. io ho 45 anni , da 3 sono operato di valvola mitralica e prendo di conseguenza il coumadin e l aspirina e il sequacor. ho letto da qualche parte che qualche farmaco di questi diminuisce la formazione di vitamina d. se e’ cosi’ posso far qualcosa per limitare i danni nel tempo o cambiar tipologia di farmaci utilizzati ? grazie

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